La predisposizione a collaborare nelle faccende domestiche è un qualcosa che si crea appena la coppia va a convivere. Se non si parte da subito con una chiara suddivisione dei compiti, è difficile poi cambiare rotta. Dunque, la questione “organizzazione della casa” dovrebbe fare parte della negoziazione iniziale, meglio ancora se affrontata prima della convivenza.
Invece spesso accade che la donna, per motivi culturali e di educazione ricevuta, voglia dimostrare come è “brava” al suo partner, accollandosi tutto il peso. Così, poi, tornare indietro diventa molto difficile. L’uomo, da parte sua, più o meno inconsapevolmente, ne approfitta e il gioco è fatto.
Perché molte donne fanno così? La casa le rispecchia, è un riflesso di come sono. E per loro non è facile vedere quello spazio trattato in maniera diversa da come vorrebbero. Preferiscono fare più fatica ma gestirlo secondo i loro criteri.
L’uomo spesso non coglie il risvolto più profondo del modo di fare della donna. Per lei è rassicurante sapere che è tutto a posto. Così, quando lui si assume un compito, dovrebbe evitare di rimandare, per non innervosirla.Lei invece dovrebbe imparare ad accettare il modo dell’uomo di rendersi utile, tollerando i suoi tempi anche se le sembrano eterni, evitando le critiche su come ha sistemato, ma rinforzando positivamente ciò che ha fatto al meglio. Ci vuole tempo e pazienza perché l’altro capisca e si adegui.
In generale, il segreto è organizzarsi e condividere le faccende di casa come fosse un gioco di squadra. Perché funzioni, però, occorre che ciascuno svolga i compiti in cui riesce meglio. Lui detesta passare lo straccio? Stenderà il bucato o caricherà la lavastoviglie. Inutile imporgli incombenze che non sopporta: è un fiasco assicurato.
Il sabato mattina ci si può suddividere il lavoro, meglio ancora se dopo averlo programmato in precedenza: “tu andrai a fare la spesa, io intanto laverò i pavimenti. Poi al ritorno farai i letti mentre io preparerò da mangiare”. Lasciare all’improvvisazione è dispersivo. Così si fa meno fatica e ci si può godere il week end.
Per esempio, ascoltare musica mentre si svolgono i lavori di casa è un grande aiuto, come dimostrano i dati, purché sia una “colonna sonora” che piace a entrambi. In alternativa, anche un programma alla radio che interessa tutti e due può essere un motivo di scambio di opinioni e quindi di condivisione.
Occorre ritagliarsi un giorno (in genere la domenica) in cui si fa il minimo indispensabile. E mai rinfacciarsi quello che si fa: non si è “eroi” perché si sono pelate le patate o si è attaccato un chiodo al posto del partner.
Qualche volta si può provare a dividersi i compiti cambiando la routine, mostrando al partner come fare, con spirito sereno e senza prendersi troppo sul serio. Uno studio americano ha dimostrato che sbrigare insieme le faccende domestiche può diventare un ottimo collante per la coppia, purché si sappia sperimentarlo come un gioco, ridendoci anche sopra.
Ovviamente è importante avere gli strumenti giusti. Per esempio, se si ha molto da stirare, può essere utile sostituire il ferro da stiro con la pressa da stiro. Se non si conosce questo strumento, è possibile vedere questo sito sulla pressa da stiro.
Con i bambini conta certamente l’esempio, ma soprattutto l’insegnamento materno. Risulta essere la madre che, in particolare ai figli maschi, trasmette l’idea che è importante collaborare tutti insieme e che non ci sono lavori “da maschio” e “da femmina”. Se si desidera che il proprio bambino impari naturalmente, occorre insegnargli a dare una mano fin da piccolo, chiedendogli aiuto e mostrandogli apprezzamento.